Dall’open space al wellbeing space: progettare uffici per il benessere delle persone
Negli anni Duemila l’open space era il simbolo della modernità: scrivanie allineate, nessuna barriera, team sempre a contatto. “Spazi aperti, menti aperte”, recitavano i manuali di management. Poi è arrivato il silenzio interrotto dalle cuffie, il rumore di fondo che non lasciava pensare, la sensazione di essere insieme ma soli.
Oggi, quell’idea di apertura si sta trasformando. Gli uffici non si progettano più solo per far lavorare le persone, ma per farle stare bene. È il passaggio — culturale prima che architettonico — dall’open space al wellbeing space, dove luce, acustica, materiali e relazioni vengono gestiti in modo integrato.
Arredoufficio lo rileva quotidianamente nei progetti che sviluppa per le imprese: organizzazioni orientate a coniugare efficienza operativa e qualità dell’esperienza lavorativa. Perché lo spazio, se ben progettato, diventa un asset strategico per migliorare performance e soddisfazione.
Perché l’open space va ripensato, non superato
Per anni è stato sinonimo di collaborazione, trasparenza e velocità — e continua a esserlo. Ma il modello open-plan, se applicato in modo uniforme, ha mostrato limiti operativi. Diversi studi internazionali di settore segnalalo che gli ambienti condivisi, privi di un adeguato controllo acustico o visivo, possono incidere sulla concentrazione e sulla qualità del lavoro.
Un’analisi di Affinity Health Hub del 2024 conferma che l’open space richiede una progettazione attenta per mantenere alta l’efficienza cognitiva e la percezione di controllo sullo spazio.
E uno studio pubblicato su arXiv mostra come la gestione dei livelli sonori sia determinante per le performance complessive del team.
Non si tratta, dunque, di “abbandonare” l’open space, ma di evolverlo. Riconoscendo che il benessere non nasce dall’assenza di pareti, ma dalla presenza di equilibrio: tra apertura e quiete, tra socialità e concentrazione.
Cos’è un wellbeing space
Per wellbeing space si intendono come ambienti accessibili e funzionali, pensati per migliorare la qualità dell’esperienza di chi li vive.
Le linee guida indicano:
- luce naturale e illuminazione regolabile;
- colori neutri e materiali confortevoli;
- comfrort acustico e pulizia visiva;
- accessibilità e fruibilità diffusa.
Questi principi, applicati agli ambienti di lavoro, trovano riscontro anche nelle ricerche del World Green Building Council, che dimostra come la qualità dell’ambiente — luce, aria, vista, acustica — influisca direttamente su produttività, comfort e qualità del lavoro.
Dati che raccontano una svolta
Negli ultimi cinque anni, le ricerche sul workplace wellbeing hanno cambiato prospettiva: non più “quanto spazio serve”, ma “che tipo di spazio serve per far star bene le persone”.
- Il Workplace Health Report 2024 di Champion Health (UK) mostra che il 67 % dei dipendenti considera “essenziale” avere zone di calma e privacy;
- il Crown Workspace Survey 2025 evidenzia che solo il 23 % dei lavoratori giudica “estremamente riuscito” il proprio open office;
- il World Economic Forum 2023 ha invece evidenziato che personalità e spazio interagiscono: le persone estroverse traggono beneficio dagli ambienti aperti, mentre quelle introverse rendono meglio in zone protette;
- infine, una revisione di 40 progetti di design per la salute e il benessere (Van den Heuvel & Lallemand, 2024) conferma che la combinazione di aree collaborative e spazi rigenerativi genera i migliori risultati di soddisfazione e engagement.
Il messaggio è chiaro: il layout degli spazi di lavoro deve tenere conto della reale funzionalità per le persone ed essere al contempo flessibile, adattabile e rispecchiare l’identità e i valori dell’organizzazione.
Come si progetta un wellbeing space: le leve chiave per Arredoufficio
Zonizzazione consapevole
Creare un mosaico di funzioni: aree di scambio, focus room, quiet zone, wellbeing lounge. Ogni zona deve avere un’identità chiara e un linguaggio spaziale coerente, per permettere alle persone di scegliere dove stare in base al tipo di lavoro e al proprio stato mentale.
Comfort sensoriale
Luce naturale, materiali fonoassorbenti, ventilazione controllata, texture morbide. Un ambiente bilanciato migliora la concentrazione e riduce la fatica cognitiva.
Materiali, colori e design biofilico per favorire equlibrio e concentrazione
Dalla scelta dei colori all’inserimento di elementi artistici, fino all’introduzione di elementi naturali come piante, per rafforzare la sensazione di comfort e coerenza visiva.
Partecipazione e identità
Il senso di “place identity”, cioè riconoscersi nello spazio, è una delle dimensioni più forti del benessere organizzativo. Coinvolgere i team nella fase progettuale aumenta l’adesione al cambiamento e l’engagement.
Cultura del benessere
Un wellbeing space funziona solo se è accompagnato da un cambio culturale: pause legittimate, equilibrio tra presenza e concentrazione, fiducia reciproca. Il design è il primo passo, ma serve anche una leadership che lo abiti.
Arredoufficio: progettare benessere, non solo arredo
Nel passaggio dall’open space al wellbeing space, Arredoufficio si propone come un vero e proprio partner strategico: interpreta i bisogni, traduce le evidenze in soluzioni concrete e accompagna le aziende nella creazione di luoghi di lavoro in cui efficienza e comfort si integrano. Ogni progetto d’ufficio nasce da un’attenta analisi: come si lavora oggi, quali interazioni contano, quali flussi vogliono essere potenziati. Da lì prende forma un layout su misura, un equilibrio di colori, materiali e luce.
Perché non si tratta solo di progettare un ufficio, ma di costruire ambienti che migliorano la qualità del lavoro, ogni giorno.