Accogliere è raccontare: le nuove tendenze delle reception
In ogni azienda ci sono spazi che non hanno bisogno di biglietti da visita. Parlano da soli, appena li attraversi. Ti dicono dove sei approdato, prima ancora che qualcuno ti dia la mano.
L’area accoglienza è da sempre la soglia del racconto aziendale. Non è solo il luogo dove inizia l’esperienza del visitatore, ma il punto in cui prende forma la prima impressione, quella che resta.
Oggi accogliere significa raccontare sé stessi attraverso la luce, le forme, i materiali.
Ogni dettaglio, una curva, una texture, un colore, diventa parte di una narrazione silenziosa che costruisce fiducia e identità.
Un ingresso che parla di chi sei
Secondo il Workplace Trends Report 2025 di Gensler, l’82% delle aziende considera ormai l’area accoglienza come parte integrante dell’esperienza di brand, non più solo come spazio operativo. Nel mondo del lavoro ibrido, i punti di contatto fisici contano più che mai: sono la conferma tangibile dei valori aziendali.
L’area accoglienza, che include anche la reception per ufficio, diventa il primo luogo in cui si percepiscono la cultura aziendale e la qualità dell’ambiente di lavoro.
Le parole chiave sono flessibilità e funzionalità: moduli componibili, scrivanie mobili, sedute riconfigurabili, piccoli salotti che si trasformano in zone di coworking o di incontro informale.
La nuova tendenza è progettare spazi d’ingresso dinamici, capaci di adattarsi al flusso di persone e alle esigenze del momento.
Materia, luce e responsabilità
Il linguaggio dei materiali si fa più consapevole. Secondo una ricerca di Steelcase (2024), il 68% dei responsabili HR e facility manager ritiene che l’uso di materiali sostenibili negli ambienti d’ingresso influisca positivamente sulla percezione del brand.
L’area accoglienza diventa così il luogo dove si esprime un design etico e coerente: legni riciclati, metalli rigenerati, tessuti naturali, finiture a basso impatto ambientale.
È un modo per dire, senza dirlo: “Abbiamo cura del mondo, come abbiamo cura delle persone.”
La sostenibilità non è solo un valore produttivo, ma un messaggio immediato di responsabilità e autenticità.
Tecnologia che accompagna, non invade
Oggigiorno la tecnologia entra nell’area accoglienza in modo discreto, quasi invisibile. Il 57% delle aziende ha introdotto sistemi di check-in automatizzato, postazioni con ricarica wireless o totem digitali per semplificare l’esperienza del visitatore (fonte: Future Workplace Index).
Schermi informativi a basso consumo, desk con porte USB integrate, sistemi di prenotazione o segnalazione digitale: tutto è pensato per accompagnare le persone, non per sovrastarle.
La tecnologia, così, diventa parte naturale di un ambiente che vuole essere intelligente ma accogliente.
L’attesa diventa relazione
Secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, il 73% delle aziende italiane sta ripensando le aree comuni come spazi ibridi, aperti a visitatori e dipendenti. L’area accoglienza si trasforma in un luogo di relazione: non solo si attende, ma si conversa, si lavora, si respira.
Sedute ergonomiche, coffee table bassi, luce naturale e materiali caldi favoriscono la socialità e migliorano la qualità del tempo trascorso.
Un tempo che non è più “in attesa di qualcosa”, ma tempo vissuto.
Accogliere è un gesto culturale
Progettare un’area accoglienza oggi significa progettare il modo in cui un’azienda si mostra al mondo. Ogni linea, ogni materiale, ogni luce scelta racconta qualcosa: la visione, l’etica, la cura che si dedica alle persone. La reception per ufficio, parte integrante di questo spazio, diventa così il simbolo di un gesto culturale più ampio: quello dell’accogliere come atto di identità e relazione.